Autore: Dott. Alessio Liberati
La Lombalgia viene generalmente definita come “una sintomatologia dolorosa percepita alla regione posteriore della colonna vertebrale, nel tratto compreso tra il margine inferiore dell’arcata costale e le pieghe glutee inferiori”[1]. Rappresenta l’affezione muscolo-scheletrica più comune al mondo [2], seguita al secondo posto dal dolore cervicale. Le stime del Global Burden of Diseases ci dicono che la sua prevalenza nel corso della vita individuale è tra il 49% e il 90% [3] e che il tasso di ricorrenza, a un anno dal primo episodio, superi di poco il 30% [4]. Inoltre, per comprendere appieno l’entità di questa patologia, è bene ricordare che le problematiche lombari costituiscono un’importante causa di disabilità. Basti pensare che solo in America i costi totali relativi a questa patologia sono stimati attorno a 100 bilioni di dollari [5].
La Lombalgia è una patologia estremamente varia e complessa. Per tanto è necessario un percorso di valutazione approfondito del Range Of Motion (ROM), sia a livello lombare sia dei distretti corporei adiacenti. In questi casi, è fortemente consigliato l'uso di strumenti affidabili, in quanto risulterebbe difficile quantificare i movimenti spinali ed articolari con la sola ispezione visiva [6]. Per un ritorno alla normalità della vita quotidiana, le linee guida consigliano di minimizzare l’inattività ed indicano tra le terapie di maggior efficacia l’esercizio terapeutico [7]. Quest’ultimo si rivela utile sin dalle prime fasi della valutazione, in quanto consente di gestire il dolore agendo sui suoi meccanismi modulatori [8].
Anamnesi
Uomo di 61 anni, tenore di vita attivo, con diagnosi di Lombosciatalgia. Il dolore si presenta soprattutto durante la posizione seduta, la posizione supina e nell’esecuzione dei movimenti del tronco su tutti i piani dello spazio, in particolare su quello frontale.
Valutazione
Durante la prima seduta si eseguono i seguenti test:
Test ROM del tronco con baiobit
Misurazione oggettiva del ROM eseguita sui tre piani di movimento, da cui si evidenzia (Figura 1):
- rotazione sx 37°, rotazione dx 20° con dolore VAS 2/10
- flessione 44°, estensione 20° senza dolore
- piegamento sx 15°, piegamento dx 7° con dolore VAS 6/10
Dall’esame emerge una limitazione del movimento nella latero flessione associata a dolore.
Figura 1 - Valutazione iniziale
Test di Lasegue con baiobit
Questo test è stato eseguito con il test FREE di baiobit per misurare in maniera oggettiva i gradi massimi della flessione dell’anca. Emerge una positività al test con comparsa del dolore a 34°.
Figura 2 - Test Lasegue iniziale
Test miofasciali
Usati per individuare le alterate componenti fasciali che possono generare rigidità e tensione. Al termine della valutazione fisioterapica e dopo consulto medico, si ipotizza un’alterata componente fasciale discendente, che genera rigidità a livello lombare associata alla compressione del nervo sciatico.
Programma riabilitativo
Si propone pertanto un percorso riabilitativo composto da una seduta con trattamento di manipolazione fasciale, seguita da due settimane di esercizi in autonomia al domicilio con frequenza pari a 3 volte la settimana.
Esercizi assegnati a casa attraverso l’uso del software baiobit (figura 3):
· bird dog
· plank frontale
· ponte laterale
· abduzione dell’anca in piedi
Figure 3 - Esercizi per casa
Risultati
Al termine della terapia si esegue una rivalutazione, in particolare viene svolto nuovamente il test di ROM del tronco che evidenzia un netto miglioramento dell’articolarità sui piani maggiormente compromessi.
| Valutazione Iniziale
| Valutazione finale
|
Rotazione dx e sx
|
|
|
Flessione - Estensione
|
|
|
Latero flessione dx e sx
|
|
|
Inoltre, viene rivalutato il test di Lasegue che evidenzia una netta diminuzione della dolorabilità VAS 2 e un miglioramento dell’ampiezza di movimento fino a 60° (figura 5).
Figura 5 - Test di Lasegue outcome
Bibliografia
[1] Burton AK. European guidelines for prevention in low back pain. COST B13 Working Group. 2004: 1-53.
[2] Blyth, F. M., Briggs, A. M., Schneider, C. H., Hoy, D. G., & March, L. M. (2019). The Global Burden of Musculoskeletal Pain—Where to From Here? American Journal of Public Health, 109(1), 35–40.
[3] Scott, N.A., C. Moga, and C. Harstall. Managing low back pain in the primary care setting: the know-do gap. Pain Res Manag, 2010. 15(6): p. 392-400.
[4] Da Silva, T., et al., Risk of Recurrence of Low Back Pain: A Systematic Review. J Orthop Sports Phys Ther, 2017. 47(5): p. 305-313.
[5] Dieleman JL, Baral R, Birger M et al (2016) Us spending on personal health care and public health, 1996–2013. JAMA 316(24):2627–26469.
[6] K. G. B. S. G. R. Mayer TG, « Spinal range of motion. Accuracy and sources of error with inclinometric measurement,» Spine, vol. 22, pp. 1976-84, 1997.
[7] B. J. C. C. e. a. Airaksinen O, «European guidelines for the management of chronic nonspecific low back pain,» Eur Spine J, Vol. %1 di %25:192-300, 2006.
[8] H. B. V. a. M. D. Jones, «Exercise-induced hypoalgesia after acute and regular exercise: experimental and clinical manifestations and possible mechanisms in individuals with and without pain,» Pain Rep,, vol. 5, 2020.